Questo progetto è stato finanziato e promosso dalla Comunità Montana di Scalve, con il fondamentale contribuito economico da parte di Regione Lombardia e Provincia di Bergamo.
Il primo lotto di lavori ha interessato il tratto denominato “Vallone” in cui la vecchia strada dismessa è stata recuperata grazie ad una serie di interventi di riqualificazione ambientale finalizzati a mettere in sicurezza il percorso e ad intraprendere le prime opere connesse alla fruizione turistica.
Cesellata a strapiombo nella parete rocciosa, che percorre la fenditura della valle del Dezzo, presenta caratteristiche costruttive ed ambientali molto particolari e suggestive.
Il progetto di recupero è finalizzato alla valorizzazione di questa strada, una tra le arterie montane più panoramiche e spettacolari d’Europa, che, risalente al 1861, ha rivestito per la Valle di Scalve una notevole importanza storica.
La rivalutazione del contesto ambientale, di altissimo pregio e contraddistinto da due tra le più vaste aree protette della Lombardia “SIC” (siti di importanza comunitaria), nonché fulcro di una zona caratterizzata da situazioni di notevole importanza storico-culturale (quali antiche miniere, graffiti rupestri, roccoli e sentieri, nonché museo geologico e naturalistico), è stata attuata attraverso la creazione di strutture volte alla valorizzazione e fruizione di diversi punti panoramici dai quali apprezzare la valle in tutta la sua grandiosa spazialità, esaltando la presenza di orridi, forre e marmitte, come anche attraverso l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la scelta di tipologie costruttive sostenibili.
Grazie a questo progetto, il sito, si presta a divenire ideale meta attrattiva per gite fuori porta o per attività sportive: da un lato, infatti, è destinato a divenire un museo a cielo aperto o una sorta di viaggio illustrato al centro della terra, grazie al materializzarsi davanti ai nostri occhi di vere e proprie sezioni geologiche dove scorgere pieghe, faglie e sovrascorrimenti; dall’altro si qualifica come luogo in cui vivere esperienze sensoriali ed emozionali uniche, attraverso l’imprescindibile rapporto con il vuoto e le peculiarità morfologiche del territorio.
La filosofia che ha dato anima al progetto si fonda sulla volontà di risolvere le problematiche della sicurezza tramite elementi architettonici, che si pongono come soluzione ad esigenze di tipo pratico inserendosi nel paesaggio, integrandosi con esso ed arricchendolo con un segno antropico in grado di qualificarsi come elemento simbolico e, al contempo, richiamo turistico.
Tutti gli interventi sono tesi a valorizzare e recuperare le preesistenze, a garantire la percorribilità del tracciato ed attuare soluzioni che implichino bassi costi di manutenzione.
Si è cercato di mantenere l’identità tipicamente stradale, per cui, oltre a tornare ad essere un percorso, grazie all'opera di restauro, la strada può ora raccontare anche la propria storia, divenendo museo di se stessa.
L' approccio attuato è di tipo architettonico-naturalistico grazie ad un considerevole utilizzo di soluzioni eco-compatibili e con il minor uso possibile di sostanze inquinanti e cementizie, nonchè ad una ricerca formale, che trae le origini da elementi naturali.
Il progetto ha dato alla luce un interessante balcone panoramico di 5,5 metri a sbalzo nel vuoto, attrattiva di maggior richiamo grazie alle sensazioni fortemente emotive che è destinato ad indurre nei visitatori.
Ha evidenziato un’ampia area con la presenza di un biotopo di particolare interesse naturalistico, fruibile mediante il nuovo percorso che scende ai piedi della "cascata di travertino", emergenza geologica unica nel suo genere e segnalata a livello europeo per la propria singolarità. Questo "luogo degli arcobaleni" è uno degli elementi che fanno parte del nuovo percorso didattico lungo il quale si snoda un “museo geologico”. Un nodo ricettivo dotato di parcheggi, fermata autobus e locali di servizio realizzati in località Vallone, compone la dotazione infrastrutturale.
Il progetto di recupero della via Mala è frutto del lavoro di un team di professionisti e di società di servizi che si sono posti l’obiettivo di vagliare aspetti e sfaccettature derivanti da un intervento che, per le sue intrinseche caratteristiche, ricopre ambiti di interesse multidisciplinare.
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Progettazione e direzione dei lavori:
arch. Alessandro Beber
arch. Giancarlo Beltracchi
arch. Fabio Bonetti
(Gruppo BiCubo)
Calcoli strutturali:
ing. Paolo Francesco Bertoni
(soc. Multiproject Engineering S.r.l.)
Studi e progettazione geologica:
geol. Daniele Ravagnani
geol. Sergio Santambrogio
(Studio ass. di Geologia GeoTer)
Ambiente, sicurezza, programma:
ing. Giovanna Sorlini
geom. Matteo Grassi
soc. Eurisko uomo ambiente s.r.l.