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Il progetto eco-compatibile della Via Mala

Posted by aleb on 22 Feb 2013 / 0 Comment

La Via Mala è il portale di accesso al Parco delle Orobie Bergamasche per chi proviene dalla Valle Camonica.
Varcando questa soglia virtuale si entra in un contesto naturalistico di notevole interesse, in più occasioni abbiamo potuto sottolineare gli aspetti legati alle emergenze geologiche, alcune delle quali sono state evidenziate lungo il percorso museale attraverso il posizionamento di appositi visori di tipo ludico-didattico; altre occasioni ci sono state per mostrare le immagini della profonda forra, delle particolari stratificazioni rocciose, di marmitte ed altri affascinanti risvolti dovuti all’importante azione dell’acqua nelle varie stagioni.

Sotto il profilo ambientale le elevate proprietà naturalistiche sono anche sancite dalla presenza di due tra le più vaste aree riconosciute a livello europeo come Siti di Importanza Comunitaria (SIC – Direttiva Habitat), l’area dell’Alta Val di Scalve e il SIC della Presolana; vi è inoltre la presenza della Riserva Naturale Boschi del Giovetto ad Azzone, anch’essa riconosciuta come SIC, che è caratterizzata dalla presenza della formica rufa.

Nel territorio della Val di Scalve sono inoltre presenti 5 Zone di Protezione Speciale (ZPS – Direttiva uccelli) ed il biotopo, che è stato messo in evidenza dal progetto di recupero e restauro, già precedentemente trattato e che abbiamo imparato a chiamare in più modi: La cascata pietrificata, La cascata di travertino o Il luogo degli arcobaleni, visibile sulla parete frontale del Vallone, nella zona del parcheggio. La rarità di molte specie vegetali ed animali presenti in Valle di Scalve corona un panorama merleggiato dalle catene montuose.

Nel contesto appena descritto si inserisce il progetto di recupero della Via Mala e, nel massimo rispetto di questi valori, è stata impostata la filosofia progettuale.  Nel risolvere le problematiche di recupero ambientale, di messa in sicurezza e di risposta alle esigenze funzionali, è stato utilizzato un approccio eco-compatibile, facente uso ove possibile, di tecniche e materiali naturali, vediamo alcune soluzioni nel dettaglio.

Una delle parti più sensibili di tutto il progetto è senz’altro il canale del Vallone, che, prima dei lavori, era interamente impegnato dai materiali di risulta provenienti dagli scavi delle gallerie; grazie ad alcune gradonature realizzate con strutture in terre rinforzate è stato rimodellato l’impluvio e, con il materiale di risulta, è stato possibile creare l’area del parcheggio ed il percorso che scende per la visita al greto del fiume. L’uso di terre rinforzate (o terre armate) e quello di biostuoie ha consentito di mantenere completamente “verde” l’intera vallata, mantenendo il massimo grado di permeabilità e gestendo al meglio l’assetto idrogeologico.
Al piede vi è un muro di scogliera antierosivo realizzato in massi ciclopici, sormontato da gradonature costituite da palificate doppie e sentieri, sempre in palificate lignee.

Lungo il tracciato sono state posate barriere paramassi in acciaio cor-ten e tronchi di legno, seguendo una soluzione alternativa alle ormai usuali reti tirantate ad anelli di acciaio. Tra le soluzioni di Ingegneria naturalistica troviamo anche un vallo in terre rinforzate e gabbionature in pietra reperita in loco.

Alcuni interventi di mitigazione ambientale hanno permesso di mascherare elementi tecnologici e stradali grazie all’utilizzo di elementi vegetali, inglobandoli così nel contesto.


La sensibilità nei confronti della bioarchitettura non si è fermata solo all’utilizzo dei materiali, bensì è entrata più a fondo nei concetti e nei presupposti progettuali. Possiamo notare per esempio il concetto del riuso, ovvero la capacità di recuperare l’esistente e valorizzarlo all’interno del progetto, creando quindi un risparmio economico ed ambientale dato dalla riduzione dei rifiuti; in questo modo è stato possibile esaltare le caratteristiche degli elementi antropici tipici, che hanno consentito di mantenere l’aspetto storico-culturale della strada.

Per gli elementi architettonici aggiunti, quali le pensiline, il balcone, parapetti ecc., si è utilizzato l’acciaio cor-ten, che non richiede manutenzione, nè trattamenti con vernici ed è un materiale riciclabile. 

Una specifica concezione della percezione spaziale ha fatto sì che tutti i nuovi manufatti fossero dotati di una propria trasparenza, consentendo così la continuità visiva e migliorando di conseguenza la fruizione della natura circostante mediante la creazione di giochi di vedo-non-vedo. Si noterà infine che tutti gli interventi sono volti ad intaccare il meno possibile gli elementi naturali, privilegiando le soluzioni che permettevano di “attaccarsi” a manufatti esistenti (strada, muri ecc.). Un caso specifico lo possiamo identificare nelle pensiline parasassi, la cui copertura è in lamiera microforata, affondano le loro radici nella rocciosa base stradale, sfiorando, senza mai toccarle, le rocce circostanti.

ab

Nota: Un esempio delle molte specie animali tipiche presenti nella zona: la Coleoptera Byrrhidae (http://xoomer.virgilio.it/avisino/valzurio/byrrhus.htm)

Terre rinforzate a sostegno parcheggio
Palificata doppia e biostuoia
Ripristino ambientale canale di valanga


Barriere paramassi in cor-ten e legno
Gabbionature
Vallo in terre rinforzate


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